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La chiesa parrocchiale di Oga
LE ANCONE LIGNEE (XVI sec.)
Scheda dalla Ma sig.ra Mariarosa Bertoli redatta utilizzando delle note registrate dalla dott.A.Righini Suglia durante l'incontro pubblico di presentazione degli interventi di recupero da parte della restauratrice Maria Luisa Carlini.

Le  due opere sono stati eseguite nel 1538, in occasione del rifacimento della chiesa. Per quella più grande (posta a destra dell’altare) esiste un atto notarile che commissiona il lavoro a tale Giorgio Podel, scultore della Val Venosta, e in cui vengono specificati i Santi che devono essere rappresentati. Anche l'altra, più piccola, è datata 1538, anche se, per la tecnica di lavorazione, sembrerebbe precedente.
Le ancone sono costituite da tre parti: la predella, che costituisce la base; lo scrigno, che si appoggia alla predella e i portelli, che chiudono lo scrigno, visibile nei giorni di festa e chiuso in quelli feriali.
Le due ancone, benedette il 10 agosto 2003, festa patronale di S. Lorenzo, sono state ricollocate nella chiesa parrocchiale di Oga e riesposte alla pubblica devozione.


L'ancona grande


Sui portelli, visibili quando sono chiusi, sono raffigurati i ss.Pietro e Paolo, riconoscibili rispettivamente dalla chiave e dalla spada.
Sul lato interno degli sportelli sono raffigurati i martirii di sBarbara e di Maria Maddalena, ricoperta dai lunghi capelli e, cosa non comune, da veli.
All’interno dello scrigno vi sono le statue di Maria e di Gesù, affiancate dai santi Fedele e Lorenzo (nell’atto notarile era stato commissionato proprio s.Fedele e non s.Colombano). A s. Lorenzo manca la graticola. Ai piedi di Gesù c’è la luna come descritto nell’Apocalisse.Sulla predella, che è stata tagliata, è raffigurata l’incoronazione della Vergine con angeli musicanti; sul retro dello scrigno c'è un assai frammentato Cristo sul trono, mentre sul dietro della predella si può intuire una Sacra Veronica, l’immagine di Cristo sul sudario.
Per quanto riguarda le sculture all’interno dello scrigno, si può notare che il vestito della Vergine è stato decorato utilizzando una tecnica tedesca di imitazione del broccato: sulla superficie del legno venivano messe delle lamine di cera, disposte in modo da creare i disegni tipici del broccato. Poi tutto veniva dorato in modo da dare l’effetto a rilievo del tessuto.

L'ancona grande
I pigmenti utilizzati sono preziosi: le dorature sono state eseguite con la tecnica della foglia d’oro (una moneta veniva battuta fino ad ottenere una finissima lamina che veniva poi applicata), mentre lo sfondo blu è a base di azzurrite. L'ancona ha subito negli anni settanta un restauro (di tipo conservativo)  in cui sono stati semplicemente fissati  i colori che si stavano staccando. Nell'ultimo recente restauro, ordinato dalla Sovrintendenza delle Belle Arti di Milano su interessamento della Dott. Raffaella Besta e su iniziativa del parroco don Umberto Lumina, ed eseguito dai restauratori Maria Luisa e Stefano Carlini di Genova, l’intervento è stato di pulitura, di stuccatura delle parti mancanti del legno (dovute soprattutto dal fatto che i portelli chiusi toccavano le statue all’interno dello scrigno) e di rifacimento delle parti mancanti di colore. Ciò è stato eseguito con la tecnica del retino: il colore mancante viene applicato per il tramite di piccolissimi tratteggi; in questo modo da lontano l’effetto è di colore uniforme, ma da vicino si possono distinguere le zone originali da quelle rifatte.



La
piccola ancona
La seconda ancona, mai restaurata recentemente, si presentava più sporca e con maggiori cadute di colore rispetto all'ancona sopradescritta. 
Mentre l'esterno dei portelli raffigura l’Annunciazione, il verso propone i santi Lorenzo e Colombano. All'interno le statue rappresentano la Natività. Anche in questo caso le dorature sono state eseguite con la tecnica della foglia d’oro e lo sfondo è d’azzurrite.
Vi sono inoltre, nella parte alta dello scrigno delle decorazioni a traforo di legno intagliato e dorato, decorazioni riprese a pittura sulla parte superiore dei portelli. Particolare è la decorazione del fondo dello scrigno, ottenuta eseguendo dei graffiti nel legno e poi dorata.

>>vai alla pubblicazione di Marialuisa Carlini e Stefano Meriana apparsa sul Bollettino Storico Alta Valtellina-6/2003 >>


L'ancona minore
 
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